Odio l’estate: pochi sanno la verità

Odio l’estate è forse tra le canzoni italiane più famose al mondo. Sì, più di ‘O sole mio, più di Nel blu dipinto di blu.

Anche nota come Estate, parla di malinconia e speranza. Non esiste karaoke, pianobar, falò in cui non la si canti. Eppure, sono pochi quelli che ne conoscono davvero il testo per intero.

Estate è una canzone delicata, intima ed è l’unica canzone italiana ad essere considerata uno standard jazz internazionale.


Ma perché Bruno Martino scrive Odio l’estate?

È il 1961 e alla radio impazzano canzoni leggere e romantiche come Are you lonesome tonight di Elvis Presley, Dadaumpa delle gemelle Kesler, Le mille bolle Blu di Mina.

Canzoni che hanno poi lasciato il segno, ma nessuna come Odio l’estate, il vero manifesto della romantica malinconia estiva.

ODIO L’ESTATE DIVENTA SOLO ESTATE: PERCHÉ?

È una curiosità che sanno in pochi, una chicca simpatica e abbastanza significativa, che però non ha sortito l’effetto desiderato. Perché alla fine, diciamocelo, per noi rimane e rimarrà sempre Odio l’estate.

Un grande jazzista italiano, al pari di Bruno Martino, Lelio Luttazzi, decise di reinterpretare il brano durante un programma televisivo. E fin qui tutto bene.
La sua reinterpretazione era però un omaggio ironico al cantautore e al suo brano.

Odio l’estate, infatti, divenne Odio le statue e per questo – e sì, solo per questo – Bruno Martino, probabilmente stizzito, la ribattezzò Estate.

Nonostante ciò, ancora oggi ricordiamo la canzone con il suo nome originale, forse perché siamo in realtà tutti accomunati da un pensiero che altrimenti faremmo fatica a pronunciare. Ebbene, siamo sinceri: odiamo tutti l’estate.

Grazie Bruno per aver dato voce ai nostri pensieri!

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