I segreti dietro Rimmel di Francesco De Gregori

Francesco De Gregori ha composto canzoni eterne, come Rimmel, La donna Cannone, Sempre e per sempre, Buonanotte fiorellino…e potremmo continuare all’infinito.

Gli anni intorno all’uscita dell’album Rimmel (1975) sono anni particolari, non privi di polemiche. Gli viene infatti rimproverata la sua vita borghese e i suoi compensi per i concerti. De Gregori è così stufo delle costanti polemiche, che annuncia, due anni dopo l’uscita dell’album, di volersi ritirare per sempre dalla scena musicale. Secondo i più, la sua grande colpa starebbe nel darsi un gran da fare per creare canzoni, senza occuparsi dei moti rivoluzionari dell’epoca.
Ma Francesco De Gregori svolge un altro ruolo in quel momento: attraverso le sue canzoni canta spaccati di vita perfettamente integrati all’interno di quegli scenari. È il narratore esterno, la voce narrante e poetica di un’epoca in fiamme.

Rimmel, come nasce?

Tra il 1974 e il 1975, l’amico Fabrizio De Andrè decide di trasferirsi temporaneamente nella sua villa in Sardegna per scrivere un disco e chiede a Francesco di partecipare ai testi. Il disco in questione è il magico Volume 8 ed anche Francesco De Gregori tira fuori molte canzoni, tra cui Rimmel: il pensiero di De Gregori va a Patrizia, la sua ex fidanzata, alla quale aveva già dedicato Bene.

Il titolo, cosa significa?

Rimmel è un altro nome per indicare il mascara, è quindi un trucco, un escamotage. De Gregori non desidera altro che smascherare tutti, renderli nudi ed eliminare ogni finzione.
Ascoltando il brano è immediato scorgere tra le righe una giovane storia d’amore, piena di domande, timori, piccole bugie, rimpianti e smarrimenti.

In Rimmel, canta “chi mi ha fatto le carte mi ha chiamato vincente, ma uno zingaro è un trucco…”. A chi si rivolge?

Francesco De Gregori inserisce spesso aneddoti personali ed in questo caso riporta un episodio accaduto durante la sua permanenza in Sardegna: la lettura dei tarocchi con la prima moglie di Fabrizio De André, che lo definisce vincente e non ha poi tutti i torti.

Per noi Rimmel è un brano amato universalmente, ma non è sempre stato così. Al momento del suo debutto, ci furono parecchie critiche. Primo fra tutti, Giaime Pintor che criticò aspramente De Gregori e la sua “presunta poeticità” alla Baci Perugina.

Certo, oggi fa strano pensare che un grande poeta come De Gregori sia stato così brutalmente criticato, ma questo quadro ci restituisce il ritratto del pregiudizio che all’epoca condannava i cantautori.

Rimmel è un’eterna storia d’amore, ma è anche un album di foto intramontabili – le labbra, quella foto in cui sorridevi e non guardavi, il collo di pelliccia –, dettagli perfetti che ricostruiscono un delicato e malinconico addio.

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