Gli amori spericolati di Gino Paoli e Luigi Tenco

Due personalità così diverse eppure così simili. Siamo nell’olimpo dei cantautori italiani, dove Luigi Tenco e Gino Paoli siedono allo stesso tavolo, colpendoci al cuore con le loro magiche canzoni d’amore.

L’uno, Tenco, tenebroso, malinconico, introverso e solitario, l’altro, Paoli, diretto, con l’espressione un po’ corrucciata; due uomini uniti da amori comuni e dalla genialità di una scrittura unica e universale.

Tra Tenco e Paoli un misto di complicità e competizione: una comune passione per il teatro, la musica e la politica e poi le corse in macchina a tutta velocità sull’Aurelia in gara da Roma a Genova.

Perfino nella tragedia che è costata la vita a Tenco, il suicidio del 27 Gennaio 1967 durante il Festival di Sanremo, c’è un comune denominatore: anche Gino Paoli aveva provato a togliersi la vita ben 4 anni prima.

Un tentativo che fortunatamente non è andato a buon fine, un colpo di pistola che avrebbe dovuto essergli fatale ma il cui proiettile è ancora lì, a pochi millimetri dal cuore.

Anime da rockstar, belli e impenetrabili, con un lato oscuro forte e presente, troppo pigri per corteggiare ma comunque e sempre circondati da donne splendide del mondo dello spettacolo e non.

Prima fra tutte, una bellissima e appena 16enne Stefania Sandrelli che affascinò Paoli fin dal primo istante, un magico incontro che diede alla luce Amanda.

FUN FACT: Amanda porta il cognome della madre, ma non perché Paoli non l’abbia riconosciuta. I due genitori arrivarono ad un compromesso: “se la chiamiamo Amanda – nome odiato da Stefania perché le ricordava una ragazza della sua scuola –, allora avrà il mio cognome”.

Tra i tanti amori di Tenco c’è proprio Stefania Sandrelli, un amore fugace ma intenso, che costò una rottura tra i due cantautori.

L’amore con la Sandrelli rimane indimenticabile come la storia con Dalida, con cui si esibì proprio quel fantomatico 27 Gennaio 1967 con “Ciao amore, ciao”.

Il cielo in una stanza”, “Senza fine”, “Mi sono innamorato di te”, “Vedrai, vedrai”, sono solo alcune delle eterne canzoni che ci hanno regalato.

E non raccontano di amori smielati, ma di vita vera. Il “soffitto viola” descritto ne “Il cielo in una stanza” racconta infatti della camera di un bordello di Genova. E nonostante questo rimane un capolavoro artistico inestimabile. Perché nulla più conta “quando sei qui con me” e perfino “questa stanza non ha più pareti, ma alberi, alberi infiniti”.

L’amore tra Gino Paoli e Ornella Vanoni è sempre stato avvolto in una nube, forse per scelta mai diradata. Per lei scrive uno dei testi più belli e universali, tutt’oggi utilizzati per le più dolci dichiarazioni d’amore: “Senza fine”.

È una canzone che non si consuma pur se finisce; il tempo passa ma le parole restano eterne, scalfite in ognuno di noi. Ci viene da dire che è proprio “un attimo senza fine”.

L’amicizia tra Luigi Tenco e Gino Paoli è come una grande e bellissima storia d’amore: difficile, faticosa, complessa, ma che inesorabilmente sopravvive alla vita.

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