5 cose che non sai su Rino Gaetano

Il modo scanzonato con cui Rino raccontava l’Italia era unico e ineguagliabile.

Rino Gaetano è stato senza dubbio uno dei talenti più innovativi della storia della musica italiana: anticonformista, ironico e “futurista”. Nelle sue canzoni Rino racconta il mondo senza filtri, senza diplomazia, con uno sguardo critico e sagace.

Protagoniste dei suoi racconti sono tutte le sfumature della vita: le famiglie dell’alta borghesia italiana, i ladri di polli e i ladri di Stato, i braccianti, gli amori fugaci; tutti in un modo o nell’altro attraverso i brani di Rino godono di quei famosi minuti di notorietà.

Di Rino dovremmo parlare a lungo, della sua intelligenza ed ironia senza eguali, della sua limpidezza, della sua apparente leggerezza per affrontare denunce sociali ancora attuali.

Eppure ci sono 5 cose che non sai su Rino Gaetano e sui suoi testi e che dovresti sapere:

  • Rino amava il teatro, fu una delle grandi passioni della sua vita. A Roma frequentava spesso il Folkstudio (dove si esibì uno sconosciuto Bob Dylan), uno storico circolo culturale e musicale, che presto divenne anche cabaret. Lì Rino Gaetano amava esibirsi, insieme a Francesco De Gregori, Antonello Venditti, e tanti altri…

  • Al Discoestate di Rieti nel 1979, a Rino fu chiesto di esibirsi in playback. Ma mai richiesta fu più grave: lui pensò bene, arrivato sul palco, di non mimare le parole ma di fumarsi una bella sigaretta;
  • Se hai in casa il vinile di “Resta vile maschio, dove vai?” corri a controllare la copertina, c’è un errore di stampa (o forse no…). Il titolo giusto della sua splendida canzone è “Ahi Maria”, invece troviamo stampato “Hai Maria”;

  • Rino Gaetano era generoso e attento agli altri, al punto da andare in radio nel 1978 con il programma “Canzone d’Autore” per dare spazio agli artisti emergenti, snobbati dagli altri media;

  • Conosci il testo de “La Ballata di Renzo”? Sembra il racconto di quella che fu poi la sua tragica morte. Il cantautore infatti perse la vita in un incidente stradale, sistematicamente rifiutato, per un motivo o per un altro, da tutti gli ospedali.

Non bastano 5 punti a riassumere la grandezza di un uomo come Rino Gaetano.

I suoi brani, i suoi testi sono meteore che tornano a trovarci. Esattamente come “Sfiorivano le viole“, un testo volutamente surreale, che parla degli amori estivi di tutti noi, impregnati di poesia e romanticismo.

Rino ci lascia il detto-non detto di storie delicate e reali, la magia che sta al confine tra i ricordi e la fantasia, mentre disegna storie d’amore che nascono ed esplodono, e di un vento che “A mano a mano ci soffia sul viso e ci ruba un sorriso“.

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